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A ciascuno il suo 1967
Regia: Elio Petri
Tratto da un romanzo di Leonardo Sciascia
Sceneggiatura: Elio Petri, Ugo Pirro
Direttore della Fotografia: Luigi Kevuiller
Scenografo: Sergio Canevari
Costumi: Luciana Marinucci
Montaggio: Ruggero Mastroianni
Musiche: Luis Enriquez Bacalov
Produzione: Giuseppe Zaccariello (Cemofilm)
Cast:Gian Maria Volonte', Irene Papas, Gabriele Ferzetti, Salvo Randone.
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C'era
stata la distruzione di una certa Italia, quella contadina, per crearne
una tutta falsa, quello dello pseudo-boom.
C'erano le citta' vittime della speculazione edilizia,ridotte ad agglomerati
di dormitori, c'era il trionfo dell'ideologia del profitto.Non ero certo
il solo ad accorgermi di questo,anche molti colleghi avevamo aperto gli
occhi e devo dire che il nostro cinema e' sempre stato quello che, per
primo,ha denunciato certi malesseri del paese, legati alle condizioni
storiche in cui eravamo costretti a vivere. Cosi mi sentii quasi obbligato
a sporcarmi le mani anch'io.
Avevo letto il libro di Sciascia A ciascuno il suo.
La molla scatto' di qui, perche' in quelle pagine era descritto in modo
lucidissimo il mondo politico meridionale, le forze e la posta in gioco,
i rapporti Chiesa-DC. Anche il ruolo dell'intellettuale,frustrato,castrato.
Mi interessava anche che l'assassino finisse per essere il vincitore,
perche' era all'interno della classe dirigente. Un'ottica nuova,in questo,
per allora.
Se usai molto lo zoom fu perche' lo girai in fretta. Ma lo feci anche
apposta perche' volevo che nella Sicilia si individuasse un sud molto
piu vasto, senza confini, un sud che era quello di molti altri paesi.
Il centro di interesse non era la mafia. Nel film ho anche cercato di
proporre un'equivalenza tra immaturita' umana o politica e immaturita'
sessuale, un tema costante nei miei film
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