Nell'ultimo
periodo della mia vita, io ho fatto film sgradevoli.
Si, film sgradevoli in un societa' che ormai chiede la gradevolezza
a tutto, persino all'impegno: se l'impegno e' gradevole, e quindi
non da' fastidio a nessuno, lo accetta. Altrimenti no. I miei film,
al contrario,oltrepassano addirittura il segno della sgradevolezza.
In 'Todo Modo' ce n'e' decisamente tanta, e anche un grande pessimismo.
Altrettanto vale per 'Le buone notizie', dove si rasenta lo sconfinamento
nella misantropia.A cosa e' imputabile tutto questo? Perche' faccio
film cosi? Evidentemente e' per via di una netta sensazione di essere
arrivato al punto in cui mi pare che tutte le premesse che c'erano
quando io ero ragazzo, si siano proprio vanificate. La societa' ha
preso tutto un altro indirizzo, e in me questo non poteva non lasciare
una traccia profonda. C'e', semmai, da chiedersi se questo sia giusto
o meno!
La gente non vuole piu dissertazioni pedagogiche, sembra quasi che
voglia andare magari in malora, ridendo. Non posso darle torto, perche'
e' talmente schiacciata dalla realta' di quanto avviene!
Uno degli elementi nuovi della situazione del cinema e' proprio il
rifiuto, da parte dello spettatore, della lezione, su queso non c'e'
dubbio. E queso, secondo me, e' un elemento che deve far riflettere.
La gente,oggi,e' molto cosciente della sua situazione, le cose le
sa, non vuole che nessuno salga in cattedra a dirgliele, e' come se
ti rispondesse:' E' inutile che tu mi venga a raccontare che io sono
infelice; lo sono e allora,semmai aiutami a sopravvivere e fammi intravedere
i lati positivi della vita.' A mio avviso, la seconda parte della
proposizione e' sbagliata, ma la prima no! La gente e' cresciuta nel
livello di autocoscienza, e di questo bisogna tenere conto.Come bisogna
tenere conto del fatto che oggi i ragazzi sanno tutto, proprio tutto!
E allora, da parte degli autori, non puo' esserci altro che una presa
di coscienza che porti a un uso non presuntuoso del racconto.
Bisogna tornare a raccontare la realta come la si vede. Di conseguenza
l'interpretazione non puo' essere data che dal proprio temperamento
e dalla propria fantasia,ma non da una ideologia, perche' queso sarebbe
gia un non raccontare piu la realta', realta' che cambia di giorno
in giorno.
Il problema resta quello dello stile del racconto, e certo queso e'
un problema ideologico, ma e' pero' un problema tuo, che non deve
riquardare lo spettore. E invece noi, fino a oggi, chi piu' chi meno,
credo di potermi annoverare fra quelli che lo hanno fatto di meno.
Ci eravamo abituati a impartire sempre delle lezioni.